10 Anni Di Sciatori d’Epoca Di Luigi Neirotti

La “magia” di Sciatori d’Epoca di Luigi Neirotti

Come molti di noi faccio un utilizzo (moderato) dei social network, li uso in parte per ragioni professionali, in parte per coltivare le mie relazioni personali, specialmente con quegli amici che abitano lontano, in parte per svago.

Come sappiamo bene, il mondo dei social network non è tutto rose e fiori, non è nemmeno il paradiso, al contrario! Discussioni infinite, maleducazione, tentativi di hacking, talvolta attacchi personali: insomma bisogna stare attenti e talvolta diventa opportuno abbandonare per mantenere equilibrio e tranquillità.

Tutto questo non vale, bisogna dirlo subito ed a gran voce, per Sciatori d’Epoca che è un’isola felice, quasi un luogo “magico”, dove possono succedere cose incredibili ed anche inaspettate, specialmente per persone, come me, che hanno raggiunto, diciamo, una certa “maturità” o forse anche “anzianità”.

Tutto questo si deve, innanzitutto, al presidente e fondatore Michele Battaglin ed a Luca Steffenoni, i mei compagni di avventura nell’amministrare questo Gruppo, ma non solo; si deve a tutti, Sciatrici e Sciatori d’Epoca che animano il gruppo, lo frequentano, lo vivono, come si trattasse di una grande famiglia di appassionati, con un codice distintivo: l’amore per lo sci, per la montagna ed il rispetto che si deve agli altri, come si usa e costuma per chi frequenta la montagna ed i rifugi in quota.

Da sinistra: Ilario Pegorari, Piero Gros, gustav Thoeni, Erwin Stricker, Helmut Schmalzl e Tino Pietrogiovanna

da sinistra: Luca Steffenoni, Oreste Peccedi, Piero Gros, Guido Ariotti Canepa, Andrea Soliani e Alessandro Momo

Ma andiamo per ordine e, come si usa dire nei racconti, riavvolgiamo il nastro e torniamo indietro nel tempo per un racconto personale ed introspettivo.

Per un certo verso sono Sciatore d’Epoca da molto tempo. Le basi, come moltissimi di noi, le ho gettate durante la mia adolescenza e giovinezza, durante i mitici anni ’70 e ’80. All’epoca frequentavo molto le piste da sci, animato da una vera passione che mi aveva trasmesso mio padre, grande amante della montagna, dello sci e delle escursioni in quota. Frequentavo la scuola e nel tempo libero seguivo le imprese della Valanga Azzurra. Da allora ho iniziato ad immagazzinare e memorizzare informazioni su materiali, atleti, situazioni che non mi hanno mai abbandonato e che in Sciatori d’Epoca ho potuto finalmente coltivare in modo pieno.

Luigi Neirotti agli inizi degli anni ’70

Luigi Neirotti Verena 2017

Già verso l’anno 2000, talvolta, con gli amici della montagna, mi ritrovavo a proporre di effettuare una sciata con materiale d’epoca, per ricordare come eravamo, per riprovare l’effetto degli sci diritti, usati in passato. Era presente in me la fiammella di Sciatore d’Epoca che attendeva solo di essere innescata.

Verso il 2012 ho sentito un amico che mi parlava delle gare con materiale d’epoca e che aveva appena venduto un paio di sci Rossignol Roc Competition ad un appassionato che li ricercava. Ho incominciato a sintonizzarmi sull’idea e quanto all’inizio del 2015, tra le proposte di Facebook, ho visto il gruppo “Sciatori d’Epoca” ero pronto e cogliere l’opportunità non ho esitato ad iscrivermi.

Inutile dire che mi si è aperto un mondo, meraviglioso, di ricordi, competenze, materiali, per me inaspettato.

Venivo da alcune esperienze di amministrazione di gruppi Facebook dove mi ero trovato al centro di grosse polemiche. Ho quindi incominciato in modo guardingo, con la massima cautela, senza “sbottonarmi” troppo, come si usa dire. Verso la primavera del 2015 si avvicinava il secondo Slalom Storico di Sciatori d’Epoca al Monte Verena. Non ho esitato: non ero mai stato sull’Altopiano di Asiago e non avevo mai fatti uno slalom storico, l’idea mi attirava molto. Mi sono iscritto ed ho prenotato una stanza al Rifugio Verenetta con un messaggio di posta elettronica: non conoscevo nessuno, non avevo mai parlato con nessuno.

Il sabato mattino della partenza, facendo colazione a casa, una delle mie figlie, vedendomi in partenza, mi interroga sul week-end e mi chiede perentoria: “Papi, ma davvero fai a fare un week end con gente conosciuta su Facebook e che non hai mai visto prima? Sei sicuro?”. La mia risposta: “Beh, vado in auto fino a Mezzaselva di Roana, ho prenotato una stanza in albergo: se le persone sono simpatiche, bene. Se non mi trovo bene, vorrà dire che torno indietro!”

Con questa premessa, dopo aver caricato in auto l’attrezzatura da sci anni ’80 e con molta curiosità, sono partito un sabato mattino di un tiepido aprile, un bel sole riscaldava l’aria e metteva entusiasmo, non immaginavo certo cosa stava per accadermi.

Giunto al Rifugio Verenetta, nel primo pomeriggio, ho incontrato per la prima volta Lorena Frigo che mi ha indicato la mia stanza. Il Rifugio era vuoto in quel momento. Dopo essermi sistemato sono sceso alla reception e Lorena mi ha informato che gli organizzatori dello Slalom Storico erano a prendere un aperitivo al bar sulle piste. Bene, mi sono detto, andiamo a vedere. Ed è così che sono entrato nel bar, senza conoscere nessuno, mi sono presentato al gruppo e … in quel momento ho capito che era uno di quegli incontri che poche volte nella vita accadono, quando si apre un capitolo nuovo, inaspettato.

Il Rifugio Verenetta e l’Ammiraglia di Sciatori d’epoca

Piero Gros e Mario Rubbo

Complice qualche fetta di salame e qualche bicchiere di prosecco, dopo poco tempo mi ero già ambientato, si parlava di sci diritti e di tanto altro. Il primo capitolo era fatto: avevo conosciuto Michele Battaglin. Non solo, dato che i Battaglin sono tre, avevo conosciuto anche i fratelli Peter e Giancarlo e Pietro Albertelli, campione del Kilometro Lanciato. Ancora un po’ incredulo, la scintilla era scoccata.

Il giorno seguente, prima della gara, nel bar del Rifugio Verenetta ho visto uno sciatore, vestito da Alpino della Prima Guerra Mondiale, che si sistemava le fasce mollettiere. Non potevo credere ai miei occhi, era in tenuta storica perfetta, compresa piccozza, baionetta e fucile. Era Mario Rubbo con il quale è scattata subito amicizia e da lì con tutti gli amici dell’Altopiano.

Mario Rubbo

Di quella giornata ho un ricordo luminoso: non solo mi ero divertito molto ma avevo conosciuto un sacco di persone interessanti e molto amichevoli

Proseguendo le conversazioni nel gruppo vedevo che si instauravano anche relazioni piacevoli. A settembre 2015 dovevo andare a Torino per questioni ereditarie, nel frattempo era mancata mia madre. Guido Ariotti Canepa mi aveva notato e mi aveva proposto di vederci. Bene, accetto subito. Arrivato a Torino e Guido mi viene a prendere in stazione. Ci conosciamo di persona e parliamo un po’, intanto mi accompagna a fare le commissioni. All’ora di pranzo troviamo un ristorantino e mangiamo qualcosa insieme, parliamo di tante cose, la conversazione scorre veloce su tanti argomenti. Avevo trovato un amico vero.

Con Guido Ariotti Canepa, Prali 2016

Potrei andare avanti a lungo ma non voglio tediarvi. Vi dico solo che dopo Michele e Guido sono venuti tanti amici, persone vere e sincere, con cui dividere tanti momenti insieme e con cui, magari, parlare anche di altri argomenti: ho provato a guardare oggi nel mio profilo Facebook, circa la metà degli amici che ho sono di Sciatori d’Epoca, quelli che frequento veramente, sono tutti di Sciatori d’Epoca.

Oltre agli amici, con Sciatori d’Epoca ho conosciuto tanti campioni di sci della Valanga Azzurra e della Valanga Rosa che mi hanno offerto la loro amicizia e disponibilità. E’ stato meraviglioso poterli conoscere, frequentare, poter parlare con loro, sedere fianco a fianco nelle cene di Sciatori d’Epoca, sentire i racconti delle gare dalla loro viva voce, le loro emozioni e impressioni ed il giorno dopo poter sciare assieme a loro, gareggiare con loro.

Alessandro Barro Raffel, Giulio Corradi, Oreste Peccedi e Gustav Thoeni

Con Giorgio Tessore, Monte Bondone 2018

Infine, all’interno di Sciatori d’Epoca, oltre ad alcuni amici veri, oltre ai campioni, ho trovato dei grandi appassionati di sci, oltre naturalmente a istruttori nazionali ed ai maestri di sci, giudici di gara, giornalisti e fotografi, professionisti della montagna, alcune persone dalla conoscenza tecnica incredibile. Senza contare che Sciatori d’Epoca annovera alcuni tra i migliori collezionisti di sci d’epoca italiani. Insomma, un paradiso per chi sia appassionato di sci diritti e non solo.

Monte Verena 2017, Sciatori d’Epoca col berretto saetta

Gli americani hanno coniato il termine “Serendipity” per indicare l’occasione di diventare felici in seguito a scoperte per puro caso e, anche, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un’altra. Il termine vale anche per le persone, quando si incontra qualcuno che era nel destino incontrare, non poteva essere diversamente.

Monte Verena, 2018

Ebbene, nel caso di Sciatori d’Epoca, per me e penso e spero anche per molti di noi, l’adesione a questo Gruppo ha rappresentato una scoperta, emozionante, inattesa, fonte di interesse e di nuove amicizie, incontri che non potevano non avvenire, tra persone molto affini ed animate dalla stessa passione. Un percorso che doveva “inevitabilmente” compiersi. Se non è “magia” questa e se non è un luogo magico Sciatori d’Epoca, ditemi voi?

Con questo spirito e consapevolezza celebriamo quindi il primo decennale di Sciatori d’Epoca, consapevoli di appartenere ad una comunità di appassionati di sci Alpino unica e straordinaria, dove tutto può succedere e dove accadono cose belle ed incredibili. Chissà cosa ci riserva il prossimo decennio? Sicuramente molte cose emozionanti e interessanti.

Monte Bondone, 2018

Naturalmente il ringraziamento va a tutti i grandi campioni che onorano Sciatori d’Epoca, a tutti i soci che ne fanno parte e animano le discussioni con grade passione e amore per la montagna e naturalmente per il fondatore Michele Battaglin, persona di straordinaria capacità nel creare empatia, fiducia e aggregazione e Luca Steffenoni, persona di straordinaria intelligenza e bravura, con entrambi i quali condivido il piacevole compito di animare il nostro grande, unico e insostituibile Sciatori d’Epoca.

Il saluto finale non può che essere il nostro insostituibile motto: “Sci diritti e non mollare mai”.

Luigi Neirotti

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