“Schranz batte Schranz” di Massimo Di Marco (31/01/2020)

SCHRANZ BATTE SCHRANZ

Tanta bella gente anche quest’anno sulle tribunette dei VIP che guardano l’ultimo schuss della Streif. Attori, attrici, ministri, glorie dell’automobilismo, del ciclismo e del golf. Una telecamera si ferma un attimo o due sul visto sorridente di un signore di 81 anni con i capelli ben pettinati e più bianchi della neve. Si chiama Karl Schranz che di mestiere ora fa l’albergatore a Sankt Anton e il titolare di una tra le più vibranti leggende dello sci austriaco. Non sembra che abbia quell’età, forse la Streif lo fa ringiovanire perché sulla pista fenomenale di Kitzbuehel ha vinto nel 1966 e nel 1969 e trionfato con due show pazzeschi in 24 ore nel 1972. Questa bisogna raccontarla, ricordando che la Streif di oggi è dolce come una torta alla crema rispetto alla pista selvaggia dell’epoca: un vero amatissimo terrore. Per esempio la famosa Stradina era un’acciuga e l’ultimo salto era una specie di cannone che trasformava gli sciatori in acrobati volanti. Insomma se oggi è una pista da matti, ieri era l’inferno.
Il programma era appunto di due discese consecutive, credo una vera e un recupero, tra il sabato 15 e la domenica 16 gennaio. La prima gara è un duello fra Schranz e il francese Henri Duvillard, fratello di Adrien Duvillard senior e zio di Adrien Duvillard junior. Si battono e si rincorrono da leoni spiattellando sui 3720 metri della discesa coraggio e talento tecnico. Vince Schranz con 25/100 di vantaggio. Duvillard è più piccolino e più leggero, ma vola. Schranz è tarchiato e anche un toro. Dunque un toro e un uccellino. Il tempo di una frettolosa cenetta e una dormitina. Sono di nuovo in pista. Come andrà a finire questa volta? Attorno alla Streif nevicano le scommesse. Ci sono altri satanassi che potrebbero spuntarla, Russi, Messner, Cordin per esempio. Ma Schranz è il più gettonato perché la vittoria lo ha drogato di certezze. Molti invece puntano su Duvillard perché sanno che è un tipo vendicativo. Sul piano tecnico si assomigliano, fanno tutto, discesa, slalom. slalom gigante. Forse Duvillard è più bravo sul piano, Schranz lascia andare ma in modo controllato. Tutti e due adorano ubriacarsi di adrenalina, sono innamorati pazzi del rischio.
Schranz vince ancora e Duvillard è ancora secondo, questa volta a 19/100. La velocità in entrambe la discese gira attorno ai 92 all’ora. La loro sfida è poi la lotta tra l’Austria e la Francia. Come vuole il buon spirito sportivo i tecnici francesi vanno a congratularsi con i colleghi austriaci che li accolgono con simpatia sperando che abbiano lasciato in albergo le pistole.
La 24 ore della Streif ha illuminato Schranz come un sole. Soprattutto quello del sabato che ha battuto lo Schranz della domenica con 66/100 di vantaggio. Bel colpo!
( La foto ritrae Schranz nella prima delle due discese. E’ dello Staff/AFP distribuita da Getty Images.Grazie)

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