I miei nuovi Equipe Suisse…. di Maurizio Chicco Granati

1971 o 72. Io ho 13 o 14anni. Vengo convocato per la prima volta dal comitato veneto per gli allenamenti di Dicembre a Misurina. La prima settimana SL e GS e la seguente DH.
Io salto i primi tre giorni di discesa perchè devo farmi vedere a scuola per dei compiti in classe (tempo perso, zuccone ero, zuccone rimasi) per cui arrivo giovedì. Mio padre mi aveva preso nuovi nuovi un paio Equipe Euisse 212cm.
Bel-lis-si-mi.

 Roland Collombin 

Bianco traparente coi profili blu e rosso. Mi incantavo a guardare le venature del legno attraverso la soletta rosa pallido trasparente opale. Poi a forza di sciolina diventava più rosa/rossa. Canaletta a mezza luna che sembrava l’avesse scavata Michelangelo. 


Bon. Gli altri presenti quindi provavano già da lunedì con ricognizioni, prove e tutto il resto. Io arrivo a metà mattina di giovedì e vado in partenza.

Marcello Varallo

 

Prego provate a immaginare: io bocia da treviso (credetemi a quei tempi ce ne erano proprio pochi non montanari in mezzo a loro anzi, ero l’unico…un magnaradicio) in mezzo ai veci cadorini (Pais, Lezuo, Belodis, Mastel, Rubbo da Asiago e…) che se la ridevano sotto i baffi finché non gli cadevano gli occhi vedendo le tavole che avevo ai piedi e come sciavo.

Olindo Cozzio 

 

Cancelletto e giù in libera senza nessuna ricognizione con ‘sti sci nuovi mai messi, mai sciato con un 212, massimo 201 cm, giù per la pista di Misurina che ricordavo vagamente. Al primo salto, che ovviamente non ricordavo e comunque mai fatto a quella velocità, sono decollato in un volo molto scomposto per atterrare in rovinoso contorsionismo ed arrestarmi in una posizione da vignette umoristiche. Uno sci spezzato con il legno (bellissimo) fuori a vista. L’allenatore del comitato allora era quel grand’uomo di Guido SCHIAVON (neanche da mettere vicino la sua statura morale e sportiva con quella del suo successore) e, non a caso, era giusto sotto quel salto. Quando sono riuscito a ricompormi e togliermi gli occhiali Rod, pieni di neve, mi son guardato intorno, l’ho visto con le mani nei capelli (che non aveva) e l’ho salutato perché lo vedevo per la prima volta quella mattina: Buongiorno…sono arrivato. Come andavo ?

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