Io dico no, non solo io. E non sono malato, è storia… di Fabrizio Antonini

Ultimamente mi sono sentito dire”Ma tu sei malato. Cosa te ne fai? Dove li metti?”.
Io dico: “non sono solo io. E non sono malato, è storia…”
Però lo so e lo sappiamo, siamo malati…
Io, come quegli altri malati che salvano un paio di sci dal cassonetto, dal laboratorio del fabbro, dal retrobottega del negozio sportivo, dalla cantina dell’amico. Li adocchiano e chiedono con un finto disinteresse” li deve buttare?”.
In realtà l’interesse c’è eccome per una e unica risposta: “Si, non mi servono. Se li vuole li prenda”.
Malati che portano gli sci d’epoca nel laboratorio di fiducia e godono nel vederli allineati e dignitosi, brillare a fianco di quelli di atleti di coppa del mondo. Godono nel veder brillare gli occhi di uno skiman che di solito mette le mani agli sci di una Brignone o di una Gagnon. Godono nel sentirsi dire dove li hai trovati!?
Ricercatori compulsivi di storia e di emozioni della giovinezza, di quegli sci buttati in discarica, venduti, regalati.
Tutti a cercare quegli introvabili Squadra Corse, C4, Kneissl SS, Strato 102. Rarità paragonabili a un Pizzaballa, un Gronchi Rosa, un Koh I Noor.
Siamo fatti così, siamo ragazzi che camminano ogni giorno in una terra ingombra di sci…
E mi viene in mente questa poesia che accomuna e calza a pennello per noi malati di sci d’epoca.
SENTO IL TUO DISORDINE
Sento il tuo disordine
e lo comparo al mio. C’è
somiglianza. C’è lo stesso slabbro
di ferite identiche. C’è tutta la voglia
di un passo largo in una terra
sgombra che non troviamo.
Sento il tuo respiro schiacciato
lo sento somigliante
ti sento piano morire
come me che non controllo
l’accensione del sangue.
Anch’io cerco una libertà che mi
sbandieri, una falcata
perfetta, uno stacco d’uccello
dal suo ramo, quando si butta
improvviso e poi plana.
Mariangela Gualtieri, da Senza polvere senza peso, Einaudi, 2006

You May Also Like

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *