(di Luigi Neirotti, adattamento dalla celebre poesia di Joseph Rudyard Kipling, 1895)
Se
Se saprai mantenere l’amore per gli sci diritti quando tutti intorno a te
li hanno dimenticati, e ti guardano con stupore.
Se saprai avere fiducia in te stesso, anche quando tutti ne dubitano,
sulle tue capacità di sciare con gli sci diritti, affrontando qualunque tipo di pista.
Se saprai sciare con sci sciancrati, senza stancarti di sciare con sci diritti,
Senza tuttavia esagerare nella conduzione, né carvare troppo;
Se saprai sognare ancora ripensando al mitico squadrone italiano;
Se saprai ricordare i fasti della Valanga Azzurra e Rosa,
Se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina
E trattare allo stesso modo questi due impostori.
Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto sullo sci d’epoca
Distorte dai furfanti per abbindolare gli sciocchi,
O a guardare le cose per le quali il tuo cuore ha palpitato,
ed accettare che il tempo passa inesorabilmente, mantenendo lo stesso entusiasmo.
Se saprai affrontare un pendio innevato con gli sci diritti
E rischiarlo in un unico slancio senza esitazione,
Ed una volta disceso e ricominciare di nuovo dalla sommità
senza mai far parola della tua stanchezza.
Se saprai serrare il tuo cuore, tendini e nervi
nel servire il tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non c’è più nulla
Se non la Volontà che dice loro: “Tenete duro!”
Allora sarai uno SCIATORE D’EPOCA,
E — quel che più conta — sarai dei NOSTRI, figlio mio!
Bisogna aver cominciato con sci lunghi e diritti.
Bisogna ricordare quei silenzi che c’erano sulle piste da sci
Bisogna essersi svegliati ad ore antelucane( l’unico giorno che si poteva dormire) per andare a sciare
Bisogna essere rimasti giovani di testa anche se vecchi di anagrafe
Bisogna ancora avere quella espressione di gioia repressa ogni qualvolta ci si mette gli sci e si comincia la prima pista della giornata