C’era già stato un Duvillard che fece faville nei primi anni 60, Adrien, vincitore di Hahnenkamm e Kandahar nello stesso anno e mentre Adrian correva, il piccolo di casa (la primogenita dei Duvillard era nata 36 anni prima di lui…) non si limitava a starlo a guardare. L’interprete di questa nostra breve storia è nato a Mégève il 23 Dicembre del 1947 ed è HENRY DUVILLARD!!
Henri Duvillard dimostrò sin da subito una spiccata predilezione per la discesa, la sua esplosione avvenne in Val d’Isere nel 1968, diciannove anni, fu organizzata una discesa non valida per la Coppa denominata Trofeo Henri Oreiller, Killy aveva già lasciato e alla fine della prima qualificazione Bernard Orcel col suo 2’29″8 avrebbe dovuto dettar legge. Già tutti i vari battuti stavano andando a complimentarsi col vincitore, Orcel si scherniva, presumeva qualcosa,,,Adrien Duvillard bloccò tutti…””Aspettate, c’è ancora Henri…” eccolo il “piccolo” Henri, 1 metro e 69 di altezza e sessantasette chili di peso, doti fisiche ancora abbastanza scarse, terzo gruppo di merito.. e fece il miracolo, fermò i cronometri a 2’28″6…
La prima stagione di Coppa di Henri Duvillard lo vide sesto in classifica (Augert secondo e primo dei francesi), l’anno successivo si impose come il più grande avversario di Karl Schranz in discesa e tutti si aspettavano da lui grandi numeri ai Mondiali della Val Gardena, ma forse anche lui, come capitò a Gustavo, subì queste grosse aspettative che si erano create su di lui e fu soltanto 25° a più di 5 secondi da Russi…finirà questa stagione all’ottavo posto in Coppa… la sua progressione nelle varie specialità è contraria a quello che fece Gustavo Thoeni e dalla sua specialità preferita approda agli slalom..
Per due stagioni filate, Dudu dovrà subire la classe di Gustavo Thoeni che lo brucerà sul traguardo finale di Coppa… purtroppo il suo massimo impegno riversato sulla ricerca dei risultati di prestigio nella Coppa del mondo, gli tarperà le ali a Sapporo, un disastro in discesa, una frana in gigante, saltato già alla prima manche e, unica fiammata, il quarto posto nello speciale di Ochoa e Thoeni… Sapporo segno per l’Equipe una disfatta totale, ormai l’atmosfera in casa Francia era pesantissima, si stava preparando un cambiamento che avrebbe stravolto la storia dello sci..